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Personal Life of a Hole
Categoria PerSo Award

Di Ondrej Vavrečka
Repubblica Ceca, 2020, 62’

Sabato 9 ottobre PostModernissimo ore 19.15
Domenica 10 ottobre PostModernissimo – Sala Donati ore 15.15 (replica)

SCHEDA FILM

Regia: Ondřej Vavrečka
Editors: Anna Petruželová, Benjamin Kolmačka, Ondřej Vavrečka
Camera: Simon Todorov
Sound: Jan Richtr
Music: Tomáš Vtípil, Marie Ladrová, Ondřej Vavrečka, Veronika Svobodová

SINOSSI

Mi chiedo: che cos’è il mondo? Viviamo in un buco temporale e la nostra vita è intervallata da buchi condivisi di vuoto. Siamo sempre in questa cavità, cercando di guadagnarci da vivere. La nostra memoria finisce nel buco dell’oblio. C’è il dannoso buco dell’ozono; l’inspiegabile buco nero. Gli atomi sono più vuoti che pieni, sono pieni di fori. Nel terreno ci sono buche piene di spazzatura e buche piene di carbone. C’è un buco nel nostro cuore quando perdiamo il nostro amante. Una finestra è un buco nel muro. C’è anche un buco nel film “Personal Life Of A Hole”. Santo buco, cosa fare con tutti questi buchi?! Il film girato su pellicola colorata 16mm contempla la cultura contemporanea, l’ecologia, l’economia e, infine, l’amore.

Nell’introduzione al suo saggio filosofico atipico, Ondřej Vavrečka chiede: “Cos’è il mondo?” È possibile scoprire, comprendere e descrivere qualcosa di così casuale e disconnesso, disancorato nello spazio e nel tempo, come lo è il mondo di oggi? Non è inutile cercare senso o significato dove non ce n’è? Pertanto, più che cercare punti fermi, il regista si è concentrato su buchi e vuoti, sull’incoerenza e sull’imperfezione – nella natura, nella cultura, nell’amore e nel lavoro. Insieme a scienziati e filosofi, da Althusser a Žižek, utilizza un collage vivace, stilisticamente e tematicamente eclettico per esplorare come si può riflettere sul vuoto.

Tagline:
Mi sono chiesto: che cos’è il mondo? Il mondo non è pieno di significati pesanti e materiali, ma è un gioco che danza intorno al suo vuoto. Nell’introduzione al suo saggio filosofico atipico, Ondřej Vavrečka si chiede: “Cos’è il mondo?” Piuttosto che cercare punti fermi, il regista si è concentrato su buchi e vuoti, sull’incoerenza e sull’imperfezione – nella natura, nella cultura, nell’amore e nel lavoro.

Longline:
L’essenza del mondo potrebbe non essere solida, ma qualcosa piena di buchi.

Note del regista
Sono convinto che l’unica cosa che può aiutarci ad orientarsi nel mondo di oggi è un atto creativo radicalmente diverso, che ci porti da qualche altra parte, che esca dalle forme stabilite, dai temi e dalla loro elaborazione. Non voglio illuminare o affermare nulla con la pellicola. Voglio solo suggerire che lo spettatore può decidere da solo. Perché: come parlare di qualcosa che nemmeno esiste (cioè il nostro tempo), come spiegare ragionevolmente ciò che è irrazionale (cioè il nostro mondo)? Il film vuole sottolineare l’assurdità, il fastidio e la “potenza” della nostra situazione. Lo spettatore dovrebbe, dopo aver visto il film, interrogarsi sulla natura del sistema in cui tutti viviamo. Lo spettatore dovrebbe avere un sentimento “apocalittico” rispetto al nostro tempo. Dovrebbe escogitare modi personali ​​di accettare il sistema e il tempo nelle loro incoerenze, e forse, anche in questa incoerenza, trovare la bellezza o magari la poesia, e la religiosità. Il film offrirà una sorta di “soluzione parziale”. Un “Post folklore”, che non risiede nel freddo digitalismo, ma nel tocco personale e nel contatto con la materia. Tuttavia, questo “artigianato” non è legato ai cicli agricoli, come nella tradizione. Si concentra sulla trasformazione estetica degli scarti in manufatti, dandoci l’opportunità di riconciliarci con il nostro mondo pieno di rifiuti Un’altra soluzione parziale alla nostra assurda situazione è accettarla, non come qualcosa su cui si tace, di cui ci lamentiamo ma che non può essere dissolta, piuttosto come un qualcosa da accettare, come fosse un’altra commedia ancora più assurda. Il film dovrebbe anche incoraggiare la creatività personale, dovrebbe avere il potere che ha l’arte iniziale, l’arte outsider o l’art brut.

Storia di Silkfilm
Silk Film, con sede a Praga, è una società emergente di produzione cinematografica indipendente, dedicata a progetti di autori progressisti e storie accattivanti. Essendo guidata da due produttrici determinate ed entusiaste, con vari background, Silk Film sta ora sviluppando lungometraggi, serie TV e documentari con un focus su argomenti nuovi e con un pubblico internazionale. L’approccio creativo, insieme alla lista di autori emergenti, rende forti e ambiziosi progetti che trattano temi delicati e sensibili.

 

Ondřej Vavrečka

Ondřej Vavrečka è un regista, artista e studioso di economia, lingue, filosofia e cinema. Ha prodotto quattro lungometraggi documentari e molti cortometraggi; si è esibito in diversi gruppi musicali e ha curato più mostre. Si è occupato di diverse esposizioni di immagini, fotografie e oggetti; recita in teatro e cuce da solo i suoi vestiti. Si è fatto strada in questo mondo attraverso buche, colline, montagne e mari.
Il regista, musicista e artista Ondřej Vavrečka (nato nel 1980) ha frequentato una scuola secondaria basata sulla programmazione, ha proseguito i suoi studi presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università Carlo e la FAMU. Nei suoi film criptici e aperti, come Ultimum Refugium (2011, Ji.hlava IDFF 2011), The Interposed (2014, Ji.hlava IDFF 2014) e De Potentia Dei (2016, Ji.hlava IDFF), esplora il problemi affrontati dal mondo attuale, nonché i limiti di ciò che possiamo dire su di esso, con l’aiuto di simboli e attributi.

Filmografia:
DE POTENTIA DEI (2016)
THE INTERPOSED (2014)
ULTIMUM REFUGIUM (2011)
BEGINNING AND LION / ORIGIN ALEPH (2009)