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Letters from Silivri
PerSo Short

Di Adrian Figueroa
Turchia/Germania, 2019, 16’

Giovedì 7 ottobre Cinema Zenith ore 18.45
Venerdì 8 ottobre PostModernissimo ore 15.00 (replica)

TRE SOLDI

Uno spazio nella sera di Radio3 dedicato all’audiodocumentario. Percorsi sonori che raccontano la realtà di oggi e di ieri con il linguaggio della testimonianza diretta. Tre soldi è un programma a cura di Fabiana Carobolante, Daria Corrias e Giulia Nucci, dal lunedì al venerdì alle 19.50

Sinossi

Labanof – corpi senza nome dal fondo del Mediterraneo è la quinta puntata di una serie di podcast tutta dedicata al lavoro di Cristina Cattaneo e del suo team. Il Labanof è il Laboratorio di Antropologia e Odontologia Forense dell’Università di Milano dove ogni giorno la professoressa Cristina Cattaneo con odontologi, biologi, archeologi e antropologi, lavora per restituire un’identità a chi morendo l’ha persa.

Dopo aver risolto per anni alcuni dei casi più controversi di identificazione post mortem della storia italiana recente, nel 2016 una telefonata porrà tutto il team Labanof di fronte a una sfida mai tentata prima: dare un nome alle vittime di una delle più gravi tragedie del mar Mediterraneo, il naufragio di un barcone al largo delle coste libiche avvenuto il 18 aprile 2015.

Da qui ha inizio una missione che tuttora li vede impegnati nello studio dei resti e degli effetti personali dei naufraghi. Restituire un’identità a tutti i morti sconosciuti, senza distinzione di provenienza, è l’obiettivo. Per ridare loro una dignità e per offrire risposte a chi rimane.

Note

«Che cosa vuol dire cercare di dare un’identità a quelle che sono le vittime di un naufragio?
La risposta è: dobbiamo farlo perché sono i diritti di tutti. Diritto alla salute e diritto all’identità dei miei morti perché mi serve per continuare la mia vita, è una questione di salute mentale di chi sta cercando il [suo] morto e una questione di banale vita amministrativa. Quindi è una questione di diritti umani. Di cose che dovrebbero essere obbligatorie». CRISTINA CATTANEO, docente del Laboratorio di Antropologia e Odontologia Forense dell’Università di Milano

LABANOF

ll Labanof è il laboratorio di antropologia e odontologia forense dell’Università Milano, dove ogni giorno la professoressa Cristina Cattaneo con odontologi, biologi, archeologi e antropologi, lavora per restituire un’identità a chi morendo l’ha persa.

“Identificare i morti serve a curare i vivi,” sostiene Cristina Cattaneo. “Tutti abbiamo bisogno di identificare i nostri morti, è una questione di salute mentale.”

Dopo aver risolto per anni alcuni dei casi più controversi di identificazione post mortem della storia italiana recente, una telefonata nel giugno 2015 li porrà di fronte a una sfida mai tentata prima: dare un nome alle vittime di una delle peggiori tragedie del mar Mediterraneo, il naufragio di un barcone al largo delle coste libiche avvenuto il 18 aprile 2015.

C’è voluto più di un anno per finanziare la più grande operazione Italiana di recupero di sempre

Il Labanof viene incaricato di dare un nome a quelle vittime.

Da qui ha inizio una missione che tuttora li vede impegnati nello studio dei resti e degli effetti personali dei naufraghi. Da qui ha inizio una delle loro battaglie, perché restituire un’identità a tutti i morti sconosciuti, senza distinzione di provenienza, è l’obiettivo. Non solo per ridare loro una dignità, ma soprattutto per offrire risposte a chi rimane.

Quanti corpi dovranno ancora rimanere senza nome sui fondali dei nostri mari, prima che i disastri di massa siano tutti trattati allo stesso modo?

Riconoscimenti

Nell’ultima edizione del Prix Italia, rassegna internazionale organizzata dalla Rai, che riunisce annualmente, dal 1947, radio e televisioni da tutto il mondo, ha vinto, nella sezione dedicata al “radio documentario e reportage” una produzione italiana: Labanof. Corpi senza nome di Fabiana Carobolante, Daria Corrias, Giulia Nucci e Raffaele Passerini, con la cura di musica e suono di Riccardo Amorese. L’Italia aveva vinto il medesimo premio solo due anni prima, nel 2018, con Il sottosopra di Gianluca Stazi e Giuseppe Casu (Tratti documentari). Per trovare un altro precedente però bisognava fare un salto indietro nel tempo di sessant’anni, a Clausura di Sergio Zavoli (1958), e al periodo eroico del documentario radiofonico italiano. 

SCHEDA FILM

Regia: Adrian Figueroa
Produttore: Çiğdem Mater
Direttore della fotografia: Meryem Yavuz 
Narratore: Mustafa Avkıran 
Concept: Tunçay Kulaoğlu 
Visual effect: Claud Jehu
Music e Sound Design: Miguel Toro 
Coreografia: Kadir „Amigo“ Memiş 
Direttore artistico: Ceyda Yüceer
Cinematografo: Meryem Yavuz

Sinossi

Osman Kavala, una figura di spicco della società civile turca, è detenuto nel più grande carcere di massima sicurezza d’Europa a Silivri dal 1 novembre 2017. I pubblici ministeri hanno accusato Kavala di aver organizzato le “proteste di Gezi” a Istanbul. Un verdetto è stato emesso solo il 18 febbraio 2020, quando è stato assolto. Ma lo stesso giorno, il procuratore capo di Istanbul ha chiesto la prosecuzione della detenzione con l’accusa di coinvolgimento nel tentato colpo di Stato nel 2016. Se condannato, Osman Kavala rischia l’ergastolo senza condizionale.

Longline
“Lettere da Silivri” attinge alle lettere del filantropo e intellettuale turco Osman Kavala, per documentare la cronologia della sua prigionia.

Adrian Figueroa

Adrian Figueroa è un regista teatrale, videoartista e filmmaker tedesco. Nel 2009 ha completato il suo master presso la Central School of Speech and Drama di Londra. Dal 2010 ha realizzato diversi documentari pluripremiati tra cui Die Lücke – Ein Stück Keupstraß, sull’attentato alla NSU, e Elsewhere, presentato in anteprima all’Hof Film Festival nel 2017 e premiato come miglior documentario nel 2018 all’Achtung Berlin Film Festival. Il suo film “Lettere da Silivri” attinge alle lettere di Osman Kavala per documentare una linea temporale della sua prigionia. Il film è stato presentato in anteprima all’International Shortfilm Festival Oberhausen nel 2020. Il suo lavoro come videoartista e regista lo ha portato a esibirsi al Deutsches Theater Berlin, Schauspiel Frankfurt, Schauspiel Köln, HAU Hebbel am Ufer Berlin, Staatsschauspiel Dresden, JSA Berlin, Casa Alianza Mexico, Old Vic Tunnels London e Maxim Gorki Theatre Berlino.