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American ring

Indiewrestling in Ohio
Categoria PerSo Award

Di Stefano Casertano
Italia, 2021, 84′

Martedì 04 ottobre, Cinema Zenith, Via Benedetto Bonfligli 5, ore 21.30
(replica) Mercoledì 05 ottobre, Cinema Zenith, Via Benedetto Bonfligli 5, ore 15.00

SCHEDA FILM

Regia e fotografia: Stefano Casertano
Prodotto da: Rean Mazzone per Ila Palma e Daring House
Montaggio: Edoardo Morabito

SINOSSI

Un viaggio nel circuito del wrestling indipendente dalla città di Dayton, in Ohio, dove questa forma di teatro popolare attrae la classe operaia di tutta la regione. È un contesto di evasione in cui si rispecchia la natura stessa dell’America profonda, fatta di uno scontro chiaro tra «bene» e «male».
Ma il wrestling è anche un mondo durissimo, in cui l’abuso fisico e il maschilismo sono la norma. Il capo allenatore Dave Crist rappresenta pienamente questo lato oscuro e non si fa problemi a maltrattare i suoi atleti.
Ma tra i lottatori ci sono anche sognatori, come il giovane Ace che spera in un futuro a Hollywood, e il padre di famiglia Dustin, che vorrebbe svoltare la carriera anche se ormai è giunta alla fine.
E c’è anche spazio per le donne, come Samantha e Lindsey, che cercano una sofferta occasione per emanciparsi – nonostante le forti resistenze di tutto il contesto.

Note di regia:

American Ring è un documentario sul wrestling indipendente nel Midwest americano. Girato attraverso momenti di osservazione e interviste della vita reale, questo film descrive la cultura e i valori degli stati centrali degli Stati Uniti – e il wrestling funge da allegoria del concetto esistenziale e politico del bene contro il male. Non c’è spazio per il dubbio: la realtà è in bianco e nero, poiché gli eroi del wrestling o sono buoni o cattivi.
I fan della classe operaia supportano gli eroi del wrestling locale come mezzo di liberazione personale. American Ring è un viaggio nel profondo dell’America: una testimonianza di una sottocultura che sta definendo il destino del mondo. American Ring non è solo il ritratto di una sottocultura, ma anche una storia di passione e abnegazione, alla ricerca di quel “sogno americano” che chiamiamo gli USA contemporanei.
Tra gli atleti c’è Ace Austin, un giovane che rinuncia a tutto per il suo sogno di wrestling; Samantha Heights, una ragazza che ha risolto i suoi problemi di rabbia attraverso lo sport; e Joey Ryan, un eroe che combatte usando il suo pene super potente. C’è anche Dustin Rayz, un mascalzone con una bella famiglia, una passione per i fucili semiautomatici e una ferma convinzione nell’esistenza del Bigfoot.
E poi ci sono i tifosi: veri rappresentanti della classe operaia di tutti i sessi, tra cui una giovane donna che gestisce un podcast sul wrestling a Columbus, Ohio; Tony Dunlap, un uomo che alla fine degli spettacoli chiede alle star del wrestling di schiaffeggiarsi il petto nudo (una pratica chiamata “chopping”); e Stefano Morris, un robusto appassionato che assiste a tutte le partite con la sua cara moglie. Per non parlare del Miami University Wrestling Club, un’associazione di circa 50 persone che si autodefiniscono “nerd” e fan del wrestling.
I combattimenti sono in qualche modo sceneggiati, ma almeno metà dell’azione è improvvisata attraverso una sorta di “guerra psicologica” tra i concorrenti. In quanto tale, il wrestling è una forma di arte marziale in cui gli atleti sacrificano veramente i loro corpi. Il segreto per non provare dolore dopo i colpi e gli urti? “Non importa il dolore”, afferma il capo allenatore e star del wrestling locale Dave Crist.
Le nostre telecamere avevano accesso al ring e al backstage e la troupe risiedeva nel “Wrestler
House” a Dayton, Ohio, insieme a 10 lottatori, quattro cani e un unico bagno, ottenendo un ulteriore accesso alla vita degli atleti.

Stefano Casertano

Regista, produttore e sceneggiatore. Nasce a Roma e inizia a lavorare nel cinema durante gli studi universitari in economia, che completa nel 2002. Nel 2011 fonda la società di produzione «Daring House» con sede a Berlino.
Come co-produttore ha vinto un Leone d’Argento nella competizione ufficiale del Festival di Venezia (Premio Speciale della Giuria) per «La Mafia non è più quella di una volta» di Franco Maresco. Ha prodotto, inoltre, il corto d’animazione «La Ballata dei Senzatetto» (2014), vincitore di un Nastro d’Argento e dell’LA Short Fest, qualificandosi alla short-list degli Academy Awards.
Come regista ha vinto il DocFeed di Eindhoven e il Premio della Giuria al Rome Independent Film Festival, con «Gente di Amore e Rabbia» (2017), un film documentario sul palazzo di Corviale a Roma, girato senza interviste e seguendo i protagonisti per un anno.
Il suo «The Last Days of Tacheles» del 2013 è un documentario dedicato agli ultimi artisti rimasti al centro sociale «Tacheles» di Berlino, il più antico della città.
È, inoltre, in produzione «Tales of the March», un corto di fiction immersivo sulla Shoah coprodotto da Titanus e supportato dalla Biennale di Venezia e dal Medienboard Berlino-Brandenburgo.
In uscita per Cinecittà Luce e Dream Film sono inoltre il documentario storico «Il Poeta che volle farsi Re», sull’Impresa di Fiume di Gabriele d’Annunzio; e «American Ring», sul wrestling indipendente nel Midwest americano.
Stefano è appassionato di storia e ha un dottorato «Magna cum Laude» in politica conseguito presso l’Università tedesca di Potsdam, sulla teoria dei nazionalismi. La tesi è pubblicata da Springer.

FILMOGRAFIA

Produttore
La Ballata dei Senzatetto (2014)
La Mafia non è più quella di una volta (2019)

Regista
The Last Days of Tacheles (2013)
Gente di Amore e Rabbia (2014)
American Ring (2022)
Il Poeta che volle farsi Re (2022)