50 – Santarcangelo Festival
Categoria PerSo Cinema Italiano
Di Michele Mellara e Alessandro Rossi
Italia, 2020, 76’
Venerdì 8 ottobre PostModernissimo ore 19.00
SCHEDA FILM
Scritto e diretto da: Michele Mellara, Alessandro Rossi
Prodotto da: Ilaria Malagutti per Mammut film
in collaborazione con: Santarcangelo Festival, Home Movies – Archivio Nazionale del film di famiglia
con il sostegno di: Regione Emilia-Romagna, Comune di Santarcangelo di Romagna
Fotografia ed effetti materici: Marco Mensa
Montaggio e montaggio del suono: Mattia Biancucci
Musiche originali: Giuseppe Tranquillino Minerva
Operatori: Marco Mensa, Michele Mellara, Anthony Cavarretta
Suono di presa diretta: Alessandro Rossi
Ricerche d’archivio: Irene Gallina
Edizione: Matilde Pieraccini
Grafiche e animazioni: Ameleto Cascio per Bloomik
Mix: Alessandro Saviozzi Studio Arkì
Color correction: Marco Mensa
SINOSSI
Centinaia di spettacoli, compagnie, parole, incontri, passioni, delusioni, tempeste. Dal teatro politico/popolare dei primi anni ’70 al teatro delle compagnie e al Terzo Teatro degli anni ’80, dal teatro dell’attore al teatro della erformance, e infine al Festival senza teatro: il festival delle arti. Santarcangelo Festival è uno specchio fedele delle tendenze dell’arte performativa del nostro paese e del loro cambiamento, è un pezzo significativo della nostra storia, artistica, politica e sociale.
PerSo Cinema Italiano
Note di regia
Noi lavoriamo sui collage, sugli accostamenti emotivi, a volte pop a volte classici, di immagini e musica, di suoni e parole poetiche, di volti e brevi racconti del quotidiano. I luoghi parlano assieme alle persone e agli archivi. Santarcangelo Festival è un affresco iniziato 50 anni fa che abbiamo sottoposto a verifica cinematografica in questo suo importante compleanno affinché l’affresco – di una città, di una comunità, di un ideale – continui a vivere negli anni. Il teatro è il demone sepolto di ogni civiltà.
Il documentario intreccia più trame, cresce attraverso un coro di voci. In primo luogo i direttori che rileggono loro stessi, le loro scelte, i loro dissidi con l’organizzazione del festival. Le voci dei direttori si confondono con i suoni degli spettacoli, con frammenti di memoria oggettiva (poster, fotografie, cataloghi). Poi ci sono quelli che sono sempre rimasti, che hanno visto il festival cambiare pelle e lo hanno aiutato nella “muta”. Sono i dirigenti, gli amministratori, che abbiamo riunito in un luogo simbolo del festival, il Ristorante Zaghini, e che, come un piccolo e divertito coro teatrale, raccontano le peripezie, gli sbandamenti e le grandi invenzioni delle varie edizioni del festival. Ci sono poi le nostre riprese del paese dormiente durante il letargo invernale in attesa che il festival si compia, e delle grotte della memoria sulle quali pareti esplodono visioni teatrali del passato più prossimo. Ma il documentario vive anche grazie ai colori dei mille spettacoli che si rianimano nei repertori filmici e video.
L’archivio va maneggiato con cura. Ci si avvicina sempre con una certa prudenza e, immediatamente, si è colti da una serie di domande che determineranno, almeno in parte, il rapporto creativo che si verrà a creare con i materiali girati da altri. Una delle prime domande che affiora sempre è la seguente: chi l’avrà girato? A volte ci si imbatte in registi noti, ma molto più spesso i registi – o in molti casi i cineamatori – rimangono figure misteriose, delle quali è quasi impossibile sapere alcunché; biografia e provenienza sono incerti, ciò che si sa di loro passa attraverso le loro immagini. La pasta filmica, il supporto usato – videocamera, cinepresa, super otto, macchina fotografica digitale – già determina il perimetro del visivo, una forma che diviene contenuto nella qualità di ciò che si è filmato: pixel che compongono il frame, grana della pellicola, righe e sganci dei supporti analogici, luminosità e nitidezza del digitale più recente. Qualità visiva in relazione al supporto quindi. Poi il soggetto. Chi o cosa è stato ripreso. Ci sono materiali in grado di mettere in scena un “interesse” forte del regista, ed altri che invece sono solo di servizio, e le cronache senza sensibilità o conoscenza del soggetto ripreso. Forma e contenuto si sposano. Matrimoni riusciti, a volte, altre molto meno.
Il gioco è quindi caratterizzato da un dialogo tra chi guarda oggi e chi filmò e montò in passato. Da questo dialogo – emotivo e intellettuale insieme – il ricercatore-regista, come un chimico in laboratorio, dovrà distillare le composizioni alchemiche necessarie al suo racconto. Sarà quindi necessario porsi altre domande: Come usare questo materiale? E’ lecito rimontarlo? Devo attenermi alla fonte documentale così come mi si presenta oggi o posso invece, avendone interpretato l’essenza, la motivazione, rimontarla, rimetterci le mani, impastarla con altro? A queste domande ne seguiranno altre, di carattere formale e contenutistico e non finiranno mai di perseguitare il ricercatore-regista fino alla fine del suo lavoro, e probabilmente anche dopo.
Raccontare a partire da una mole eterogenea di materiali d’archivio cinquant’anni di storia del Santarcangelo Festival e, con esso, oltre che una parte della storia del teatro italiano, anche un pezzo di storia sociale, culturale e politica del nostro paese, ha richiesto un’interpretazione polifonica del visivo del passato.
Biografia degli autori Michele Mellara e Alessandro Rossi
Lavorano insieme da circa vent’anni. “Fortezza Bastiani” è il loro lungometraggio d’esordio (Premio Solinas miglior sceneggiatura; Candidato miglior esordio alla regia David di Donatello). Hanno realizzato documentari sui grandi temi del diritto alla salute (“Le vie dei farmaci”; “Vivere, che rischio”), della globalizzazione (“God save the green”; “I’m in love with my car”), della vita politica italiana (“La febbre del fare”). I loro film sono stati proiettati e trasmessi in tutto il mondo ricevendo numerosi premi e alimentando partecipate discussioni. Nel 2017 il Biografilm gli ha dedicato un omaggio.
Filmografia
– Vivere che rischio (Life is deadly) – 2019
Audience Award- Storie italiane -Biografilm Festival 2019; Premio AAMOD Miglior documentario
Festival SiciliAmbiente 2019; Premio Cinema del Reale, 2019
– L’incontro (The Match) – 2017
Vincitore del premio “Migrarti” indetto dal MIBAC 74ma Mostra del Cinema di Venezia –
concorso Migrarti 2017; Premio Miglior Film al Matera Sport Film Festival 2017
– I’m in love with my car – 2017
evento speciale al Biografilm 2017
– Pascoliana – 2014
– God save the green – 2012
Premio Miglior documentario concorso internazionale Environmental Film Festival, Albania 2015;
Premio Cinema del reale, Specchia (LE) 2014; Miglior documentario, Costa Rica International Film
Festival 2013; 2013; Premio Parco Colli Euganei, Euganea Festival 2013; Premio Skylogic
Giornate Europee dell’audiovisivo, Torino 2009
– Morris’ Bag – 2012
– La febbre del Fare, Bologna 1945-1980 (Work Fever, Bologna 1945-1980) – 2010
Premio Speciale della Giuria al Festival International de cinema de arquivo, Rio de Janeiro 2011;
Evento Speciale Sotto le stelle del cinema – Piazza Maggiore Bologna 2010
– Le vie dei farmaci (Health for sale) – 2007
Miglior Documentario Italiano Torino CinemAmbiente 2007
– Un metro sotto i pesci (One meter below the fish) – 2006
XXIV Bellaria – Anteprima Docfestival 2006 – Premi Velambiente e Avanti; Torino Cineambiente
2006 – Menzione speciale sezione documentari italiani; Premio Miglior Fotografia al Sole e Luna
Doc Festival (Palermo) 2008; Nomination al Gold Panda Award 2007 Pechino – Cina
– Domà, Case a S. Pietroburgo (Domà, Houses in S. Petersburg) – 2003
miglior documentario e premio della critica al Genova Film Festival 2003; miglior documentario e
premio come miglior lavoro a Videopolis di Padova 2004; Menzione CinemAmbiente Torino 2003;
– Fortezza Bastiani (Fort Bastiani) – 2002
Premio Solinas 1999; Premio Miglior Esordio “Officinema – Visioni italiane” 2002; Nomination ai
David di Donatello come miglior esordio 2003