Scheda tecnica
Regia:Lola Peuch
Produttore:Carine Chichkowsky
Fotografia:Victor Zébo
Montaggio:Cécile Martinaud
Suono:Bertrand Larrieu
Sinossi
Dal palco di un teatro all’aperto nel Bois de Boulogne, Heden, Claudia e Samantha, lavoratrici del sesso, raccontano «Le Bois de Boulogne» come il loro posto di lavoro. Al di là dei loro racconti, i paesaggi del Bosco accolgono le storie di un narratore queer. Partendo dalla sua creazione sotto il Secondo Impero per ritornare meglio al nostro presente, la sua voce permette di comprendere il Bois come una riserva privata dell’alta società francese dove le lavoratrici del sesso si sono affermate da oltre un secolo.
Note di regia
Sono cresciuta a Epinay sur Seine, un sobborgo a nord-ovest di Parigi. Da bambina sentivo spesso parlare del Bois de Boulogne. L’ho immaginato come un luogo senza località, senza ancoraggio, una leggenda. Anche se io e i miei amici non eravamo mai stati lì, il Bois ci era familiare grazie al suo uso nel linguaggio della nostra infanzia. Sotto forma di una serie di parole proibite, ha fatto sorgere nella nostra testa associazioni terribili: Bois de Boulogne = Travestiti = Froci = AIDS. Ci siamo raccontati il Bois come una storia spaventosa.
A metà dicembre 2016, per diverse notti, nel Bois de Boulogne hanno avuto luogo importanti raid della polizia contro le prostitute prive di documenti. Allo stesso tempo, restano spenti i lampioni che solitamente illuminano gli assi principali del Bois e i vicoli vicini alla Porte Dauphine. Sui social network, le prostitute raccontano cosa succede al Bois durante queste incursioni. Le storie che circolano raccontano del panico accentuato da questo buio improvviso e insolito. Le lavoratrici del sesso hanno paura. Molti di loro, senza documenti, sono stati rinchiusi in centri di detenzione dopo essere stati presi in custodia. Le incursioni durarono dieci giorni e poi cessarono. I lampioni si accesero di nuovo. Nel frattempo il Bois aveva cessato di essere questo luogo astratto e lontano. Le testimonianze pubblicate sui social network erano state come tante piccole finestre su ciò che stava accadendo lì. Volevo rompere definitivamente l’immagine troncata di questo Bosco e del resto non ci avevo mai messo piede. Per prima cosa sono andata al Bois con una domanda in mente: perché si sono spenti i lampioni? Ben presto altre domande hanno scacciato questa che resterà comunque senza risposta. Cosa succede al Bois de Boulogne? Qual è la storia dei rapporti di potere che lì si esercitano? Con quali fini dovremmo prendere questa storia? Come dirlo?