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Co-produzione: TS Productions, France 3 Cinéma, Longride
Sinossi
L’Adamant è un centro diurno galleggiante. Situato sulla Senna, nel cuore di Parigi, accoglie gli adulti affetti da disturbi mentali, offrendo loro cure che li radicano nel tempo e nello spazio e li aiutano a riprendersi o a mantenere alto il morale. Il team che lo gestisce è uno di quelli che cercano di resistere al deterioramento e alla disumanizzazione
della psichiatria nel miglior modo possibile. Il film ci invita a salire a bordo e a incontrare i pazienti e gli operatori sanitari che ne inventano la vita giorno per giorno.
Note di regia
Come è nato questo film? Ho sentito parlare per la prima volta dell’Adamant ben quindici anni fa, quando era ancora solo un progetto. All’epoca, la psicologa clinica e psicoanalista Linda de Zitter, alla quale sono rimasto molto legato sin dalle riprese di Every Little Thing nel 1995 presso la clinica psichiatrica La Borde, fu coinvolta nell’emozionante avventura della sua creazione: per mesi, i pazienti e gli assistenti si sono incontrati con un team di architetti per definirne i componenti chiave. E quello che era iniziato come un sogno utopico alla fine si è avverato. Anni dopo, circa sette o otto anni fa, ho avuto la prima opportunità di andare all’Adamant. Il workshop Rhizome mi ha invitato a venire a parlare del mio lavoro. Rhizome è un gruppo di conversazione che si svolge ogni venerdì in biblioteca. Di tanto in tanto, cinque o sei volte all’anno, viene invitato un ospite: un musicista, un romanziere, un filosofo, un curatore di mostre… Quel giorno ho trascorso due ore davanti a un gruppo che aveva preparato la mia visita guardando alcuni dei miei film e mi costringeva continuamente a uscire dalla mia zona di comfort. Da quando ho iniziato a lavorare come regista, ho avuto molte opportunità di parlare davanti a un pubblico, ma questa volta mi ha lasciato particolarmente rinvigorito, spronato dalle osservazioni delle persone presenti. Il desiderio di fare un altro film nel mondo della psichiatria, per “vedere chi sono altrove”, mi accompagnava da molto tempo e quel giorno ha rafforzato il mio desiderio. Alcuni pazienti e assistenti avevano sicuramente aspettative molto alte! Avrei però dovuto aspettare qualche anno prima di iniziare perché ero concentrato su un altro progetto.
Nicolas Philibert
Documentarista di fama internazionale, Nicolas Philibert è nato nel 1951 a Nancy (Francia). Dopo gli studi di filosofia, si dedica al cinema e diventa assistente alla regia, in particolare per René Allio y Alain Tanner. Nel 1978, con Gérard Mordillat, ha co-diretto il suo primo lungometraggio documentario, His Master's Voice (La Voix De Son Maître, 1978 in cui parlano una dozzina di capi di grandi gruppi industriali (L'Oréal, IBM, Thomson, Elf...) sulla gerarchia del potere e sul controllo, delineando gradualmente l’immagine di un mondo futuro governato dal settore finanziario. Dal 1985 al 1987, Nicolas Philibert gira per la televisione diversi film di alpinismo e avventura sportiva, poi inizia a realizzare lungometraggi documentari che otterranno tutti un'uscita nelle sale: Louvre City (La Ville Louvre, 1990), In the Land of the Deaf (Le Pays Des Sourds, 1992), Animals (Un Animal, Des Animaux, 1994), Every Little Thing (La Moindre Des Choses, 1996), nonché un saggio cinematografico tra documentario e finzione: Who Knows? (Qui sait ?, 1998)
Nel 2001 ha diretto To Be and to Have (Être et Avoir), sulla vita quotidiana in una scuola "classe unica" in un villaggio di montagna dell'Alvernia (Francia). Presentato nella selezione ufficiale del Festival di Cannes, Prix Louis Delluc 2002, il film ha riscosso un enorme successo in Francia e in una quarantina di altri paesi.
In Back to Normandy (Retour en Normandie, 2006), ritorna sulle ambientazioni di un altro film, girato trent'anni prima in un ambiente rurale con contadini locali nei ruoli principali: I, Pierre Rivière, Having Slaughtered My Mother, My Sister and My Brother… di René Allio. Nicolas Philibert, all'epoca giovane aiuto regista, li assunse per tre mesi, passando di villaggio in villaggio, di fattoria in fattoria...
Con Nénette (2010), ci porta nel serraglio del Jardin des Plantes, a Parigi, per uno strano confronto con la più anziana abitante del luogo, una femmina di orango di 40 anni, in cattività da 37 anni.
In La Maison de la Radio (2013), ci immerge nel cuore di Radio France, per scoprire ciò che di solito sfugge al nostro sguardo: i misteri e le ali di un media la cui stessa materia, il suono, rimane invisibile.
Con Each and Every Moment (De Chaque Instant, 2018), girato in un istituto di formazione infermieristica, Nicolas Philibert rende omaggio alla professione infermieristica. E nel suo nuovo film, On the Adamant (Sur l’Adamant, 2022), ci porta nella psichiatria filmando in un atipico centro diurno parigino installato sulla Senna, in una struttura galleggiante.
Dal 2002, più di un centinaio di tributi e retrospettive dei suoi film sono stati allestiti in tutto il mondo, da Londra (BFI) a New York City (MoMa), Mumbay, Calcutta, Damasco, Séoul, Tokyo, Pechino, Shanghaï, Sidney, Melbourne, Mosca, Varsavia, Zagabria, Berlino, Vienna, Milano, Amsterdam, Helsinki, Vilnius, Copenhague, Edimburgo, Barcellona, Madrid, Lisbona, Salonicco, Tel Aviv, Città del Messico, Bogotà, Santiago, Buenos Aires, San Paolo, Chicago, Berkeley, Harvard, Montréal…
Filmografia
ON THE ADAMANT (2022, 109’)
EACH AND EVERY MOMENT (2018, 105’)
LA MAISON DE LA RADIO (2013, 103’)
NÉNETTE (2010, 70’)
BACK TO NORMANDY (2007, 113’)
L’invisible (2002, 45’)
TO BE AND TO HAVE (2002, 104’)
WHO KNOWS? (1999, 106’)
EVERY LITTLE THING (1997, 105’)
ANIMALS (1995, 60’)
IN THE LAND OF THE DEAF (1993, 99’)
LOUVRE CITY (1990, 85’)
HIS MASTER’S VOICE (1978, 100’) and PATRONS/TÉLÉVISION (1979, 3 X 60’) codirected with Gérard Mordillat.
Premi e Festival
2023
Golden Bear, 73°Internationale FilmFestspiele Berlin
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