Scheda tecnica
Titolo originale:Objecto de estudio
Regia:Raúl Alaejos
Produttore:Raúl Alaejos / Hilo Moreno
Produzione:Serrín
Fotografia:Raúl Alaejos
Montaggio:Raúl Alaejos
Suono:Rafael Martínez del Pozo
Musica: Rafael Martínez del Pozo
Sinossi
L’ombra dell’oggettivismo antropologico perseguita un regista maldestro che sperimenta metodologicamente e formalmente l’atto osceno di filmare le popolazioni native nel villaggio più a nord. Lì, Robert Peary, un esploratore americano, pensava più di 100 anni fa che l’unico modo per un essere umano di raggiungere il Polo Nord sarebbe stato quello di avere figli con gli Inuit per creare una super-razza che avrebbe unito la forza eschimese alla chiaroveggenza occidentale. Sulle orme di questa stravagante teoria si snoda questo film-saggio alla ricerca di questa “super-razza”.
Note di regia
Object of study è un film di auto-aiuto. È un film per me, per salvarmi.
Ho lavorato per molti anni come regista per Greenpeace, documentando gli effetti del cambiamento climatico nell’Artico. Fare campagne di sensibilizzazione significa usare tutto ciò che è a portata di mano con potere comunicativo. Abbiamo realizzato azioni spettacolari, viaggiato con celebrità sul campo e persino portato Ludovico Einaudi a suonare un pianoforte su una piattaforma di ghiaccio. Sempre alla ricerca di un’opportunità fotografica in grado di smuovere le coscienze. La popolazione locale è stata fondamentale negli sforzi di produzione ma anche nelle campagne di diffusione, in quanto veri testimoni del riscaldamento globale.
Durante queste riprese, ha cominciato a emergere in me un complesso di estrattivismo dell’immagine, che è stato il catalizzatore di questo film. Come si filma l’altro? Come ritrarre le popolazioni autoctone senza estrarre le immagini dell’esotico, del pittoresco o del buon selvaggio?
Queste domande costituiscono lo sfondo di questo film, che non vuole essere un trattato deontologico su come filmare gli indigeni, ma cerca piuttosto di aprire allo spettatore delle domande sull’atto osceno di filmare l’alterità. È un saggio visivo pieno di dubbi, in cui lo spettatore ha un ruolo attivo nel film, poiché ha la responsabilità di discernere tra ciò che è reale e ciò che è fittizio, se c’è una qualche differenza.
Questo film non cerca di capire l’altro, ma di godere dell’inevitabile e gioiosa sensazione di eterna incomprensibilità, permettendoci di godere della ricchezza della diversità.