Scheda tecnica
Titolo originale:Che ore sono
Titolo internazionale:The time it is
Regia:Marta Basso e Tito Puglielli
Produzione:CSC Sede Sicilia / Italia
Fotografia:Marta Basso, Tito Puglielli
Montaggio:Yuri Costantino, Marta Basso, Tito Puglielli
Suono:Marta Basso, Tito Puglielli
Musiche originali: Ruggero Di Luisi
Montaggio e mix suono: Danilo Romancino
Color: Lilia Carlone
Direttrice di produzione: Sara Cecconi
Sinossi
In una comunità psichiatrica di Palermo si intrecciano tre vite. Giuseppe non
vuole invecchiare, passa le giornate immerso nel rock delle sue cuffie e in
primavera raggiungerà il limite di permanenza in comunità. Ursula ha
trovato l’amore, ma tra malattia e farmaci non è facile prendersi cura di
un’altra persona. Bianca è comunista, le manca il mondo là fuori e si sente in
gabbia, lontana da casa e dai suoi figli. Nel tempo immobile della comunità,
tutti aspettano qualcosa per non scomparire.
Note di regia
Questo film nasce dalle nostre ferite, dalle nostre esperienze personali con i
disturbi mentali e la psichiatria. Da qui la necessità, emotiva e politica,
di mettere in discussione lo stigma che ancora oggi avvolge il disagio
psichico nella nostra società. Persone, non pazienti; storie, non diagnosi.
Frequentare per più di un anno una comunità psichiatrica di Palermo ci ha
permesso di prestare ascolto e adattarci quanto più possibile al respiro
emotivo dei nostri testimoni. Ci siamo immersi in un tempo inesorabilmente
fermo, in cui i giorni si somigliano tutti e senza che ce ne si accorga diventano
anni.
Il linguaggio è stato messo a servizio di questo spazio-tempo altro, fatto di
ritmi istituzionali che scandiscono il vuoto, di recinti e finestre che marcano il
confine spesso invalicabile tra un mondo dentro e un mondo fuori. Abbiamo
provato a posizionarci su questa soglia, dove l’identità vacilla, si perde potere
decisionale sulla propria vita e si rendono necessari tentativi di resistenza. Lo
scontro con l’istituzione totale ci ha confermato come la rivoluzione
basagliana, a cent’anni dalla nascita dello psichiatra veneziano, sia ben
distante dall’essersi realizzata, e di come la questione di classe sia ancora
centrale nel discorso sull’accesso alla salute mentale da parte dei cittadini:
“chi non ha, non è”.
Da quanto si evince dal Rapporto Salute Mentale 2021 del Ministero della
Salute italiano, la durata media dei percorsi riabilitativi in strutture
residenziali supera il periodo massimo previsto, con tempi di permanenza
che aumentano con l’avanzare dell’età (in Sicilia i pazienti psichiatrici più
anziani rimangono in assistenza, mediamente, per più di vent’anni). La
comunità in cui abbiamo girato è una delle tante comunità terapeutiche
pubbliche presenti in Italia. Strutture residenziali di passaggio che
dovrebbero offrire un percorso riabilitativo ai cittadini in vista di un
reinserimento nella società, ma in cui l’unica terapia prevista è quella
farmacologica. Non di rado chi intraprende questi percorsi non smette mai
di essere paziente ed entra in un limbo di assistenzialismo, quando non viene
abbandonato dall’istituzione stessa.