Scheda tecnica
Regia:Bianca Vallino
Produttore:Heidi Gronauer e Lorenzo Paccagnella
Produzione:Zelig Scuola di Documentario con il sostegno di Provincia Autonoma di Bolzano - Ripartizioni Cultura Italiana e Tedesca
Fotografia:Filippo Maria Pontiggia
Montaggio:Giulia Epifani
Suono presa diretta: Giulia Epifani
Color grading: Filippo Maria Pontiggia
Assistenza tecnica mastering: Silvano Gazziero e Antonio Piccoli
Sinossi
La funivia sale, la funivia scende. Il percorso è sempre lo stesso. La vita della valle passa e si disperde. A monte, invece, Mauro rimane.
Nella sua cabina, per ore, si perde in se stesso e ogni quindici minuti preme un pulsante. Gestisce la sicurezza della funivia del Colle, dove si assicura che nulla si discosti dall’ordine coerente di quei due fili, sospesi sul vuoto, che portano solo al punto di partenza. Mauro sogna una fuga, non importa da dove, dice, l’importante è fuggire. Per andare dove? Ovunque Aria lo voglia portare. Perché non si tratta di una fuga “da”, ma di una fuga “nelle” cose. Gli basta sapere che la destinazione sia dove c’è spazio per nuotare, giocare e fischiettare canzoni d’amore stonate.
Note di regia
Ho conosciuto Mauro una sera in un bar e ci siamo riconosciuti subito, non appena ebbri di vino scadente abbiamo cantato le stesse canzoni d’amore disperato.
Mi ha detto che voleva fare un film, “un film su una fuga, di uno che scappa”. Io stavo cercando un’idea per un film e gli ho chiesto il perché. Mi ha risposto che “è sempre divertente scappare”. Solo dopo mi ha rivelato che lavorava alla Funivia del Colle, dove, chiuso in un cabinotto, ripeteva automaticamente gli stessi gesti ogni giorno.
Nonostante la claustrofobia della sua postazione di lavoro, da lì la vista sul mondo era vasta: si vedevano i boschi, le montagne, il cielo, una visione che rendeva facile la voglia di andarsene. Rimaneva però incerta la direzione che avrebbe preso la sua fuga, ma è bastato conoscere Aria per capirla.
Quando ho incontrato Mauro l’ho riconosciuto subito perché mi ha ricordato una persona che amo molto e che ha le stesse difficoltà a stare con i piedi per terra e a sentirsi a suo agio nella realtà degli altri.
In fondo, non mi ha stupito scoprire che, alla fine, Aria è la storia di un padre e una figlia.