Tearless

Director's notes

Ho visitato per la prima volta la Monkey House durante la produzione di BLOODLESS. L’edificio è rimasto relativamente intatto, come una casa stregata su un terreno maledetto tra campi agricoli e sentieri escursionistici. Le finestre sono bloccate da fili spinati che ora sono coperti da pesanti rampicanti e ragnatele. Le docce comuni senza porte e i letti bunker in legno giacciono lì come resti fisici dell’orrore che ha avuto luogo. Forse l’edificio è rimasto relativamente intatto a causa della paura e della vergogna palpabili che sono radicate nello spazio. Il sito non è un ricordo, ma una presenza reale del passato stesso.
Nel 2018, l’Alta Corte di Seoul ha stabilito che il governo coreano è responsabile di aver giustificato e favorito atti di prostituzione contro le donne di conforto nel processo di gestione delle città-campo. La sentenza ha coinvolto anche il governo degli Stati Uniti nell’agevolazione della prostituzione e nella violazione dei diritti di queste donne, chiedendo la loro risposta e l’ammissione di colpa. Per la prima volta il tribunale ha ufficialmente definito le donne come “donne di conforto militari”, riconoscendo che le donne sono state involontariamente e sistematicamente offerte dal governo come schiave sessuali ai soldati statunitensi. Si tratta di una sentenza storica che ha riconosciuto le azioni illegali e le responsabilità di entrambi i governi per il dolore sofferto da queste donne.
La questione delle donne di conforto coreane per l’esercito statunitense, che dura da nove decenni, è più importante che mai: è la storia dell’origine della feticizzazione e della violenza contro le donne asiatiche negli Stati Uniti. Queste donne di conforto dell’esercito americano incarnano le rovine e le contraddizioni del XX secolo, eppure non hanno ricevuto né risarcimenti né riconoscimento pubblico. TEARLESS si propone di portare avanti le esperienze di queste donne mentre sono ancora vive. Le loro voci devono essere ascoltate, le loro lacrime devono essere sentite, e le donne che non sono sopravvissute – i fantasmi che infestano il XXI secolo – meritano di essere prese in considerazione da tempo.